Certificati a capitale condizionatamente protetto (II): Certificati Bonus

 Tra i certificati per ottenere un rendimento troviamo i Bonus. I certificati bonus consentono all’investitore di partecipare al rialzo del sottostante, ottenendo a scadenza un premio, detto per l’appunto “bonus”, a condizione che non sia mai stato violato il livello barriera. Nel caso in cui, invece, la barriera fosse violata, il certificato rimborserebbe la performance del sottostante. In sostanza, un investitore, acquistando il certificato piuttosto che il sottostante, es l’azione, rinuncia ad incassare il dividendo, ma ottiene, in cambio, un cuscinetto protettivo dato alla barriera che gli consente di ottenere un rendimento positivo anche a fronte di un movimento moderatamente ribassista del prezzo del sottostante.

I certificati Bonus sono particolarmente indicati per operare principalmente in tre scenari di mercato:

  1. moderatamente ribassista, quindi rispetto all’acquisto del sottostante (es azione) consentono di ottenere una performance positiva anche in caso del sottostante, sebbene entro i livelli della barriera;
  2. mercato laterale, ossia consentono di incassare un premio superiore al risultato offerto dal sottostante;
  3. mercato moderatamente rialzista, anche in questo caso consentono di ottenere maggiori performance rispetto all’acquisto diretto del sottostante.
Ma quali sono i principali elementi da valutare in un certificato Bonus ?
Partiamo dallo Strike: nel caso in cui la barriera dovesse essere violata, l’eventuale perdita, viene calcolata rispetto allo Strike. Si può dedurre da ciò che Bonus Cap con Strike alti sono più rischiosi rispetto a Bonus Cap con Strike bassi che vengono cioè emessi in fasi di stress del mercato.
Il Bonus, che identifica il rendimento ossia il premio, che viene aggiunto al rendimento nominale in caso di rimborso di un certificato quando non si è verificato l’evento barriera. Si piò dire che il Bonus è quel parametro che possiamo prendere in considerazione per decidere se investire nel certificato o direttamente nell’azione, infatti se è più alto delle nostre aspettative sul titolo, conviene allora investire in tale tipologia di certificato perché oltre a dare un rendimento presenta ance una protezione condizionata.
La Scadenza: una scadenza più lunga significa più tempo in cui il sottostante potrebbe subire una correzione e violare la barriera, e ciò si traduce in una maggiore rischiosità dell’investimento.
La Barriera che identifica un livello di prezzo sotto il quale il certificato perde la protezione. Esistono due tipologie di barriera:
  • Barriera discreta (Europea) che si caratterizza per essere attiva solo al momento della scadenza, in tale categoria troviamo i certificati Top Bonus.
  • Barriera continua (americana) che è attiva durante tutta la vita del certificato. Appartengono a questa tipologia i certificati Bonus, Bonus Cap e Reverse bonus Cap .
Osservando con la lente di ingrandimento non è difficile notare come la barriera sia cruciale per ciò che concerne il rischio di un certificato. Infatti si può affermare che i certificati a barriera continua sono più rischiosi rispetto a quella a barriera discreta, e per tale motivo, a parità di altre condizioni, i primi offrono anche un rendimento più elevato rispetto ai secondi.
Nel prossimo articolo approfondiremo i certificati di tipo Bonus !!! Stay Tuned!!!

Riferimenti Bibliografici:

G. Bellelli, A. Lawford, M. Mazziero, Manuale dell’investitore consapevole, Incrementa e Proteggi i tuoi risparmi investendo a basso richio, Hoepli, Milano 2016.

G. Candita, I certificati d’investimento. Guida completa per consulenti e investitori, Hoepli, Milano 2017.

G. Bellelli F. Fosatelli, Investire con i certificati, Hoepli, Milano 2021

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