Intanto in Europa…

 Nelle ultime settimane sembra essere cresciuto il consensus sul fatto che il rischio di una grave recessione in Europa sia ormai svanito. Entrando nel dettaglio , il calo dei prezzi del gas e un inverno relativamente mite hanno contribuito a far scendere l’inflazione dal picco di ottobre 2022 in cui si attestava al 10,9% YoY, e gli indici dei responsabili degli acquisti segnalano un sostanziale miglioramento del clima di fiducia, inoltre seguendo gli indicatori prospettici, la crisi sembra essere meno grave ed incisiva rispetto a quanto previsto lo scorso anno.

Ma a sorprendere in positivo, non sono tanto gli indicatori, quanto le imprese europee. Essenzialmente quando si entra in territorio recessivo, si tende ad avere un aumento dei livelli di indebitamento dei bilanci societari. Tuttavia questa volta le cose sembrano un pò diverse, infatti all’indomani della pandemia di Covid, le aziende riescono a risparmiare di più e a mantenere bilanci più forti. A fine settembre, secondo le stime di J.P. Morgan Asset Management, l’indebitamento netto delle imprese europee era 1,7x, al di sotto del 2,1x che si aveva prima della pandemia. Anche osservando la crescita dei ricavi e degli utili, sembra si mantenga cmq al di sopra delle medie di lungo periodo.

Sembra quindi che i mercati hanno iniziato seguire la tesi che vede un futuro più positivo, infatti ad oggi in base alle variazioni storiche degli spread nei diversi cicli economici, si sconta una probabilitàdi recessione del 40% circa.










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