Vento di OTTIMISMO

 I mercati tornano a credere in quei diavoli della politica monetaria che hanno sancito come nemico pubblico numero uno: l’inflazione.

Secondo le ultime notizie dagli USA l’inflazione core sta crescendo ad un ritmo molto più lento rispetto ai mesi precedenti e ciò fa pensare che ormai il rallentamento dei prezzi sia in atto. La stessa situazione sta avvenendo in Cina ove a giugno l’indice dei prezzi al consumo ha registrato una crescita annualizzata pari a 0. Per ciò che concerne i metalli industriali, che hanno avuto circa sei mesi di sottoperformance, sembrano essersi stabilizzati, con il ferro, componente essenziale della produzione di acciaio, indebolito da un calo delle licenze edilizie in Cina, che è riuscito improvvisamente ad allontanarsi dalla soglia dei 100 dollari alla tonnellata.

Con il rame che si avvia verso gli 8700 dollari e l’alluminio, salito del 6 % in una settimana, complessivamente i metalli industriali hanno registrato un guadagno settimanale più forte degli ultimi 6 mesi, insieme al petrolio che è cresciuto del 9% proprio a  luglio.

Sostanzialmente i mercati sembrano pensare che la missione della Fed sia ormai compiuta, portando così ad una revisione al ribasso del rialzo dei tassi, e ciò sta attenuando il rally rialzista del dollaro.

l’ottimismo si sta quindi diffondendo dall’azionario globale fino alle obbligazioni sovrane ucraine, che mostrano i primi segnali di interesse dallo scoppio del conflitto.

Ricapitolando, riduzione dell’inflazione, atterraggio morbido, fine conflitto in Ucraina, fanno si che mercati in generale e titoli tecnologici nello specifico tornino a concentrarsi sugli aspetti positivi, scontando uno shock dell’economia molto più blando e con un impatto sulle economie usa e europea molto più modesto.

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