In questi giorni si parla di tassa sugli extraprofitti delle banche, e i primi effetti si sono già visti nella giornata di borsa di ieri, ove il Ftse-mib ha registrato diversi miliardi di perdita per via di un calo sostenuto dei titoli bancari.
Se si va ad analizzare il lato tecnico di questa nuova tassa, si può notare come il governo non impone un prelievo sui profitti totali di una banca, ma solamente su c.d. interest margin cioè sulla differenza tra interessi attivi e passivi. Questa tassa non va quindi a toccare le altre attività su cui le banche fanno profitti, creando un effetto distorsivo che potrebbe portare gli istituti verso altre attività che non abbiano a che fare con il margine di interesse.
Un esempio è fornito proprio dai titoli di stato e in particolare all’investimento in BTP, dato che tale tipo di attività rientra nel c.d. inerest margin, gli istituti di credito potrebbero trovare, a tal proposito, meno convenite investirci portandone così a una contrazione della domanda proprio nel momento in cui vengono meno gli acquisti da parte della BCE.
Ora se ciò dovesse accadere questo provvedimento rischia di essere letteralmente un autogol producendo un effetto negativo per i conti dello Stato, infatti se si va ad analizzare la domanda di prestiti che sta già frenando dato i tassi elevati, le banche potrebbero addirittura assecondarla spostandosi dai prestiti verso le commissioni sui servizi bancari, magari introducendone di nuove, proprio perché quest’ultime sono escluse dalle attività soggette a tale tassa, con l’effetto negativo di far diventare ancora più oneroso il costo del denaro. In soldoni se una banca guadagnerà meno sul differenziale tra il tasso che incassa e quello che deve pagare, per ciò che concerne l’attività dei prestiti, aumenterà le commissioni bancarie da dover pagare per accedere ai prestiti.
Cò significa creare una distorsione dell’economia, dato che le tasse non dovrebbero fare distinzione sull’origine dei profitti.
Infine c’è una riflessione che ha a che fare con l’affidabilità del paese, perché è ovvio che gli investitori internazionali tutto si possono aspettare meno che perdere miliardi nel giro di poche ore per l’effetto di una decisione presa da un governo, di un paese avanzato, con ripercussioni sul mercato finanziario.

