
La settimana appena trascorsa è stata scandita da una serie di avvenimenti che dal punto di visa economico e politico possono offrire degli spunti molto interessanti.
Partendo dagli Stati Uniti , la Corte Suprema ha deciso per la eleggibilità di Donald Trump, proprio in prossimità del Super Tuesday ove vi è stato un trionfo schiacciante di Trump e il ritiro della Haley.
Sul fronte tassi di interesse, Powell, conferma chiaramente che la Fed è fiduciosa sulla situazione economica, parlando infatti di soft landing, e che non vi è alcuna fretta di tagliare i tassi. Se si va a vedere la situazione pre-testimonianza di Powell il mercato scommetteva con una probabilità del 72.7% su un taglio dei tassi già a giugno, ora invece le probabilità si attestano al 55.2%.
Per ciò che concerne il tasso di disoccupazione è salito dal 3.7% al 3.9%, confermandosi tuttavia al di sotto del 4% da 25 mesi. Biden è il presidente che nel suo mandato ha registrato il più basso tasso di disoccupazione di sempre.
Se ci concentriamo sul debito, invece, diverse ricerche stanno ponendo in evidenza la crescita incontrollata del livello di indebitamento americano, stante un incremento di 1 trilione di $ in media ogni 100 giorni.
Eurozona:
La riunione della BCE ha confermato il messaggio che la politica monetaria continua ad essere data dependent, e che le stime per l’inflazione sono state abbassate. Il mercato sta attendendo un taglio dei tassi a giugno con probabilità del 79.8%. Allungando lo sguardo, per tutto il 2024 resta confermata la previsione di 4 tagli.
Che la BCE, per la prima volta nella storia, possa tagliare i tassi prima della FED ?
Concentrandoci sui prezzi alla produzione, questi scendono per il nono mese consecutivo, attestandosi ad un – 8.6%, un dato superiore alle attese (-8.1%) ma inferiore rispetto al calo record del -10.7% del mese precedente. I PMI nella zona euro sono segnatamente deboli fatta eccezione dell’Italia ove si attesta al 51.1 .
Continuando verso est, in Asia :
Si è tenuto in Cina il National People Congress, ove è stato indicato il target di crescita per il 2024, fissato al 5%, e un deficit/pil del 3%. La Cina inoltre ha introdotto la forward guidance sulla politica fiscale, con l’intenzione di emettere un bond a lunga scadenza legato a progetti infrastrutturali.
In Giappone l’inflazione è salita al 2.6%, portando la BOJ rafforzare l’idea di avere un atteggiamento decisamente più falco.
