
Cosa sono i Titoli di Stato americani e quali sono le loro principali caratteristiche?
I titoli di Stato americani, sono titoli di debito emessi dal governo degli Stati Uniti d’America con lo scopo di finanziamento e che, in base alla scadenza, si suddividono in :
- Treasury bills emessi con scadenza a 4, 8, 13, 17, 26 e 52 settimane.
- Treasury notes emessi con scadenza a 2, 3, 5, 7 e 10 anni.
- Treasury bonds emessi con scadenze comprese tra i 20 e i 30 anni.
- Treasury inflation protected securities ossia bond (in italiano obbligazioni) emessi a tasso variabile che vengono indicizzate all’inflazione e che hanno scadenze di 5, 10 o 30 anni.
Ovviamente come abbiamo già chiarito in precedenza, vi sono due rischi in particolare che caratterizzano le obbligazioni (https://mfeniellofmj.com/2023/11/16/obbligazioni-e-i-principali-rischi/), ovvero, il rischio di inflazione e il rischio dei tassi di interesse.
Sostanzialmente l’inflazione erode il valore delle cedole, mentre il rischio dei tassi di interesse influenza il prezzo. Ora durante le fasi di contrazione, i tassi di interesse vengono tagliati, mentre quando si hanno fasi di espansione vengono aumentati. Si è notato così che i bond governativi americani hanno un andamento inverso rispetto al tasso di inflazione e alle conseguenti politiche monetarie.
A questo punto però è opportuno fare delle distinzioni, che essenzialmente riguardano scadenza e concetto di duration (per approfondimenti sulla duration https://mfeniellofmj.com/2023/12/19/obbligazioni-e-i-principali-rischi-ii-la-duration/).
Analizzando le obbligazioni emerge che le fluttuazioni sono tanto maggiori quanto sono più lunghe le scadenze, proprio per via della duration che è una misura della sensibilità del prezzo dei bond alle variazioni del tasso di interesse.
Il punto focale, è che all’aumentare della duration, aumenta la volatilità del titolo, cioè la sua variazione percentuale. I prezzi delle obbligazioni risentono del rialzo e del ribasso dei tassi di interesse, infatti, più la duration di un obbligazione è lunga, tanto più il suo prezzo sarà impattato da un movimento dei tassi.
Quindi, nel caso di un ribasso dei tassi si avrà un effetto al rialzo sul prezzo dei bond, viceversa un rialzo dei tassi causerà un ribasso nel pezzo delle obbligazioni.
Appurato che essendo obbligazioni, anche i Titoli di Stato americani hanno un rendimento, che nelle varie fasi del ciclo economico, dipende dalla loro scadenza, passiamo ad in introdurre il concetto di “curva dei rendimenti”.
Che cos’è la curva dei rendimenti?
La curva dei rendimenti rappresenta graficamente la relazione esistente tra le varie cadenze dei titoli di Stato e i loro rendimenti.

Osservando la figura si può notare come sull’asse delle ascisse sono rappresentate le scadenze dei Titoli di Stato, mentre sull’asse delle ordinate si ha il loro rendimento. Inoltre si intuisce come il rendimento aumenta all’aumentare delle relative scadenze, infatti si ha una retta crescente.
Da ciò cosa possiamo dedurre?
Applicando la relazione rischio = rendimento, possiamo dedurre che il rischio che si corre investendo in Titoli di Stato aumenta all’aumentare delle scadenze. Entrando ancora più nello specifico è possibile affermare che il rendimento di un Titolo di Stato è caratterizzato proprio dai due rischi sopracitati: il rischio di inflazione e il rischio di tasso di interesse.
Considerando che nella parte breve della curva si possono osservare rendimenti inferiori rispetto alla parte più lunga, ciò significa che le aspettative di inflazione e di rialzo dei tassi di interesse sono più basse nel breve ma più alte nel lungo termine.
Ora proviamo ad immaginare di trovarci in una fase di contrazione economica, ove non ci sono aspettative di un rialzo dell’inflazione e di un conseguente rialzo dei tassi di interesse nel breve termine. Tuttavia in questa fase i governi e le banche centrali iniziano ad utilizzare politiche espansive proprio per rilanciare la crescita. Ma se ci spostiamo su un arco temporale più lungo, si presenta un rischio di tassi di interesse e di inflazione, dato che proprio queste manovre espansive aumentano l’inflazione e conseguentemente portano ad un aumento dei tassi di interesse.
Quindi nella parte lunga della curva dei rendimenti ci sarebbe un aumento della pendenza. La maggiore ripidità sta proprio ad indicare un rischio maggiore nel lungo termine.
In precedenza abbiamo posto in evidenza come un rialzo dei tassi provochi una riduzione dei prezzi di tutte le emissioni obbligazionarie, infatti i prezzi vengono impattati in maniera negativa ma i rendimenti sono impatti in maniera positiva proprio in virtù della relazione inversa prezzo rendimento. Tuttavia sulle scadenze più lunghe i rendimenti hanno un beneficio inferiore perché il rialzo dei tassi sul lungo periodo impatta negativamente sull’inflazione, attenuandola.
In questa maniera si ha una riduzione del rischio inflazione e quindi anche il rendimento tende a diminuire, e proprio a questo punto la curva inizia ad “appiattirsi”.
Inoltre, se le manovre di politica monetaria sono restrittive per un periodo di tempo lungo, proprio il duraturo rialzo dei tassi causerà una inversione della curva dei rendimenti.
Perché avviene ciò?
Praticamente l’aumento dei tassi di interesse genera un aumento dei rendimenti nella parte breve della curva, mentre sulla parte lunga della curva, tali rendimenti tenderanno a scendere, proprio per le aspettative di una contrazione dell’attività economica e quindi di una conseguente discesa del tasso di inflazione.
Concludendo, la curva dei rendimenti rappresenta una indicatore fondamentale, proprio perché fornisce indicazioni riguardanti le aspettative della politica monetaria della Fed, anticipa le diverse fasi del ciclo economico ( per approfondire https://mfeniellofmj.com/2023/12/26/il-ciclo-economico/) e fornisce informazioni riguardanti le aspettative di inflazioni sul lungo periodo.
