
Da dove derivano le espressioni bull e bear market?
Cosa si intende con l’utilizzo di queste espressioni?
Bull market ossia mercato toro sta ad indicare un mercato che è salito o che comunque sta salendo, mentre con l’etichetta bear market, o mercato orso, si indica esattamente il contrario, ossia un mercato che sta scendendo o è sceso.
E’ praticamente un secolo che gli investitori si suddividono in tori, quindi ottimisti e che adottato uno stile di investimento aggressivo, e orsi, che invece sono quelli pessimisti e che quindi adottato comportamenti difensivi.
Howard Marks, nel suo libro “Il ciclo economico e quello finanziario“, afferma che un investitore gli ha suggerito l’esistenza di tre fasi tipiche del bull market, ovvero, la prima fase, ove solo pochissimi investitori perspicaci credono che le cose miglioreranno, la seconda fase, ove la grande maggioranza degli investitori si rende conto che effettivamente c’è un miglioramento in atto, e la terza fase in cui tutti concludo che la situazione migliorerà per sempre.
Scendendo più nel dettaglio delle varie fasi, Marks, ci suggerisce che, all’inizio i prezzi incorporano pochissimo ottimismo, proprio perché le possibilità che avvenga un miglioramento sono nascoste agli occhi dei più. Essenzialmente questa fase si ha subito dopo il tracollo che ha causato il classico “blood-bath“, ossia bagno di sangue, e dove gli investitori scottati hanno pochissima voglia di comprare azioni. All’estremo opposto, invece, si ha la terza fase dove la situazione essendo migliorata per moltissimo tempo, ed essendosi riflessa con forza sui prezzi azionari, si trovano gli investitori con l’umore alle stelle, convinti che il miglioramento sia infinito.
Lo so che può sembrare controintuitivo, ma le giornate migliori sono subito dopo quelle peggiori ( questa frase l’ho presa in prestito da un analista molto più saggio di me).
Semplicemente chi acquista nella prima fase, dove tutti scappano, acquista a prezzi grandemente scontati, mentre chi acquista nella terza fase paga un prezzo elevato.
Marks ovviamente ci parla anche delle tre fasi che caratterizzano un bear market, ossia, la prima fase quando pochissimi riconoscono che le cose non saranno sempre così rosee, la seconda, ove la stragrande maggioranza ormai riconosce il deterioramento delle condizioni di mercato, ed infine, la terza fase, dove l’intera platea vede tutto nero.
Il punto che si vuole centrare in questo articolo, è che i mercati hanno sempre vissuto e vivranno sempre fasi di rialzo e ribasso, e quindi il modo migliore di navigare questo mare è di non seguire troppo assiduamente le mode del momento o di innamorarsi di un tema, cercando, invece, di avere un esposizione al mercato guardando ai trend secolari e ai macro trend, che rappresentano forze profonde e durature, in grado di influenzare l’economia globale e i mercati finanziari. Questi fenomeni non solo offrono opportunità di crescita, ma sono anche cruciali per costruire portafogli resilienti in un contesto di volatilità e inflazione.
I trend secolari sono tendenze a lungo termine che influenzano profondamente l’economia e la società, come l’innovazione tecnologica, l’invecchiamento della popolazione, e il cambiamento climatico. I macro trend si riferiscono a cambiamenti significativi e duraturi che possono includere fattori demografici, economici, sociali e ambientali.
