Trump Scuote il Commercio Globale con una Raffica di Dazi: Canada, Messico e Cina nel Mirino

Key Points: le nuove tariffe commerciali imposte dall’amministrazione Trump su Canada, Messico e Cina: 

  • L’azione, giustificata con la lotta all’immigrazione illegale e al traffico di droga e la necessità di ridurre il debito pubblico statunitense, ha innescato ritorsioni da parte dei paesi colpiti. La sospensione temporanea dei dazi su Canada e Messico è subordinata a specifiche misure di contrasto alla criminalità. Le conseguenze economiche, potenzialmente negative per tutti i soggetti coinvolti, sono oggetto di analisi e preoccupazione, con trattative in corso ma il futuro incerto.

L’amministrazione Trump ha innescato un’ondata di turbolenze nel commercio internazionale, annunciando e poi modificando una serie di dazi che hanno coinvolto Canada, Messico e Cina.

Queste misure, giustificate con la necessità di contrastare l’immigrazione illegale e il traffico di droga, mirano anche a incrementare le entrate per ridurre il debito pubblico statunitense, attualmente a 36.1 trilioni di dollari. Ovviamente la reazione dei partner commerciali non si è fatta attendere, con conseguenti ritorsioni e negoziati complessi.

In cosa consistono le Mosse Tariffarie di Trump?

  • Dazi del 1° Febbraio: imposizione del 25% su tutte le importazioni da Canada e Messico, con un’eccezione per l’energia canadese;
  • Un ulteriore 10% è stato introdotto sulle importazioni cinesi, indipendentemente dagli accordi già in vigore;
  • Il petrolio, il gas naturale e l’elettricità canadese sono stati colpiti da un dazio specifico del 10%.

A queste mosse è seguita una Sospensione Tattica infatti dopo colloqui con i leader di Canada e Messico, Trump ha concesso una pausa di 30 giorni (fino al 4 marzo) per i dazi verso questi due paesi. In cambio, il Messico ha accettato di schierare 10.000 agenti al confine nord, mentre il Canada istituirà una task force anti-criminalità e nominerà uno “zar del fentanyl”, mentre I dazi del 10% sulla Cina sono stati confermati e sono entrati in vigore il 4 febbraio.

Cosa potrebbe succedere a livello macroeconomico?

Gli analisti avvertono che queste misure potrebbero portare a un’inflazione sui beni di consumo con un aumento previsto dell’1.2 e una riduzione dello 0.5% del PIL messicano nel 2025.

I provvedimenti rientrano nell’uso dello International Emergency Economic Powers Act, giustificato da Trump con la necessità di combattere immigrazione illegale e traffico di droga. L’amministrazione statunitense sta cercando nuovi flussi di entrate per fronteggiare il debito pubblico di $36.1 trilioni, mentre i partner commerciali temono impatti recessivi e inflazionistici.

Come hanno reagito i mercati finanziari?

Il 3 febbraio 2025, i mercati finanziari globali hanno vissuto una giornata di intensa volatilità. Nelle borse asiatiche, il Nikkei 225 di Tokyo ha registrato un calo del 2.66%, mentre l’indice Hang Seng di Hong Kong ha chiuso in ribasso dello 0.65%. Anche i mercati europei hanno risentito della situazione: il DAX di Francoforte ha perso il 2.02%, e il CAC 40 di Parigi ha chiuso con un -1.87%. Negli Stati Uniti, i futures sul S&P 500 indicavano un calo del 2%, anticipando una giornata difficile per Wall Street.

Per ciò che concerne le valute?

Il dollaro USA si è rafforzato, guadagnando circa l’1% contro l’euro, mentre il peso messicano e il dollaro canadese hanno subito una significativa svalutazione. Nel mercato delle materie prime, il petrolio WTI ha visto un incremento dell’1.8%, raggiungendo i 73.85 USD al barile, mentre l’oro ha guadagnato l’1.07%. Per ciò che concerne le criptovalute, il Bitcoin ha registrato un crollo dell’ 11.3%.

In conclusione secondo gli Gli analisti Trump parrebbe utilizzare i dazi come strumento di pressione nelle negoziazioni commerciali, sia con i partner nordamericani che con la Cina.

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