
Italia e Francia sono tra i Paesi dell’Unione Europea con il debito pubblico più elevato, sia in valore assoluto sia in rapporto al PIL. Secondo Eurostat (2023), il debito pubblico italiano è pari al 135,3% del PIL (secondo valore più alto in UE), mentre quello francese è al 113,0%. Nella prima metà del 2025 il debito nominale italiano ha superato 3,0 trilioni di euro, mentre quello francese si aggira su circa 3,3–3,4 trilioni (equivalente a oltre 114% del PIL nel 2024ec.europa.euec.europa.eu). Di seguito una sintesi dei dati chiave:
- Italia: Debito lordo ~€3,07 trilioni (metà 2025), rapporto debito/PIL ≈ 137% (2023).
- Francia: Debito lordo ~€3,35 trilioni (Q1 2025), rapporto debito/PIL ≈ 113–114% (2023–24).
Evoluzione degli ultimi 10–15 anni
- Italia: Negli anni 2000 il debito italiano era intorno al 100% del PIL. La crisi finanziaria globale del 2008-09 e la recessione successiva hanno spinto il rapporto debito/PIL oltre il 120%. Con la crisi del debito sovrano europeo (2011-13) il debito italiano ha continuato a crescere, stabilizzandosi attorno al 130-135% a metà anni 2010. La pandemia di COVID-19 ha innalzato temporaneamente il debito a circa il 155% del PIL nel 2020 (dato Banca d’Italia). Dal 2021 in poi manovre di bilancio più restrittive e la ripresa economica hanno iniziato a far riallineare il debito: Eurostat certifica che a fine 2023 il rapporto era sceso a 137,3% (contro le stime UE di 139,8%). Le previsioni di MEF e commissioni comunitarie indicano che il debito potrebbe salire a circa 137–138% entro il 2025–26, prima di iniziare una lieve discesa. Eventi rilevanti: dal 2011 gli interventi di consolidamento dei governi Monti/Renzi, dal 2020 i grandi pacchetti di spesa Covid (Superbonus, sostegni alle imprese), e nel triennio 2022–25 il governo Meloni ha rivisto al ribasso i deficit attesi (da 7,2% nel 2023 a obiettivo <3% dal 2026) per rassicurare l’UE.
- Francia: Nel decennio 2000 il debito francese era sotto il 70% del PIL, salito a circa l’80–90% attorno al 2010. La crisi 2008-09 ha innalzato il debito e nei successivi anni ‘10 si è stabilizzato intorno al 90–98%. Anche per la Francia il COVID-19 ha causato un forte balzo (superamento del 115% nel 2020). Negli ultimi anni il rapporto si è mantenuto su livelli elevati, attestandosi oltre il 110% del PIL: Eurostat riporta il 113,0% nel 2023ec.europa.eu. Dal 2024 si è aggiunto un ampio deficit dovuto a spesa corrente e provvedimenti pro-occupazione, con conseguente revisione del percorso di bilancio. Per il 2024 Fitch stimava un disavanzo di bilancio intorno al 6,0% del PIL, pari a un debito atteso >120% entro il 2028. Eventi recenti includono le tensioni politiche (più governi cambiati nel 2024, elezioni anticipate), la riforma delle pensioni fortemente contestata (posticipata), e aumenti di spesa sociale indicizzati all’inflazione. Il nuovo governo Bayrou ha approvato nel 2025 una legge di bilancio con deficit netto al 5,4% (dal 6% del 2024)reuters.comreuters.com.
Rating di credito (Moody’s, S&P, Fitch)
- Italia: Le principali agenzie di rating mantengono l’Italia a livelli appena investment-grade. Nel 2024 Fitch ha confermato il rating a BBB (outlook migliorato da stabile a positivo). Ad aprile 2025 S&P ha sorpreso alzando il giudizio da BBB a BBB+ (outlook stabile)reuters.com, lodando la riduzione del deficit e le riforme. Moody’s, che a fine 2022 aveva stabilizzato l’outlook a stabile, nel maggio 2025 ha infine portato l’outlook a positivo pur lasciando il rating a Baa3 (l’ultimo gradino dell’investment grade). Complessivamente, S&P e Moody’s considerano il profilo economico italiano più robusto rispetto al passato (maggiori riserve, tassi positivi), mentre Fitch e DBRS sottolineano che il debito/PIL rimane “molto alto”. Attualmente: Fitch BBB (outlook +), S&P BBB+ (outlook stabile), Moody’s Baa3 (outlook +).
- Francia: La Francia detiene rating più elevati, anche se recentemente a outlook negativo. A marzo 2025 Fitch ha confermato la valutazione AA- con outlook negative, per evidenziare i rischi fiscali di deficit strutturalmente elevati. Anche S&P (feb. 2025) ha mantenuto il rating AA- (solido), ma anch’essa ha cambiato outlook in negative , motivando la decisione con “debito in aumento e assenza di consenso politico” sulle finanze pubbliche. Moody’s tiene la Francia a Aa3 con outlook stable (aprile 2025). In sintesi: Fitch AA- (neg.), S&P AA- (neg.), Moody’s Aa3 (st.).
Sostenibilità del debito e differenze fiscali
Il debito italiano è considerato meno sostenibile rispetto a quello francese, per via di un rapporto debito/PIL molto più elevato, di una crescita economica storicamente più bassa e di oneri finanziari maggiori (il costo medio del debito italiano rimane superiore alla media eurozona). Le agenzie di rating e analisti sottolineano che l’alto indebitamento italiano (già secondo nell’eurozona) “limita il rating del Paese” e lo rende vulnerabile a shock di mercato. D’altro canto, la Francia presenta anch’essa un profilo fiscale impegnativo: il debito è ora oltre il 110% del PIL e i deficit di bilancio si sono mantenuti molto ampi, portando Fitch a prevedere un indebitamento del 120% del PIL entro il 2028. Il quadro fiscale francese è aggravato dalla frammentazione politica che complica le riforme di medio termine, motivo per cui Fitch e S&P hanno posizionato la Francia a outlook negativo.
Differenze principali: l’Italia convive con un debito pubblico più che doppio rispetto a 15 anni fa, con pil stagnante e un rapporto interessi/PIL elevato; la sostenibilità dipende ora soprattutto dalla riduzione del disavanzo strutturale e dallo sviluppo economico. La Francia, pur partendo da un livello di debito inferiore, rischia di scivolare in una dinamica simile se i conti non si consolidano: il deficit francese (∼5–6% del PIL) è uno dei più alti d’Europa e vincola ulteriormente la riduzione del debito. In pratica, Italia e Francia condividono la necessità di consolidare le finanze pubbliche, ma partono da contesti diversi: Italia con debito/PIL estremo (∼137%) e crescita potenziale limitata; Francia con debito più moderato (∼113%) ma con sfide di breve termine dovute alla crisi politica e ai deficit elevati.
Conclusioni
Negli ultimi 10–15 anni il debito pubblico di Italia e Francia è cresciuto notevolmente, in particolare a seguito delle crisi finanziarie (2008-12) e della pandemia. Attualmente l’Italia sostiene in valore assoluto un carico superiore (oltre €3 trilioni) e un rapporto debito/PIL attorno al 135–140%, mentre la Francia ha un debito simile come ordine di grandezza (≈€3,3 trilioni) ma un rapporto più contenuto (≈114%)ec.europa.eueunews.it. Le agenzie di rating riconoscono questi fattori: l’Italia è alla soglia dell’investment grade ma ha outlook positivi grazie a provvedimenti di bilancio, mentre la Francia gode ancora di rating più alti ma con outlook negativi per i persistenti deficit. In prospettiva, la sostenibilità del debito dipenderà dalla capacità di consolidare i conti pubblici e di rilanciare la crescita economica in entrambi i Paesi.
