
Chi è Larry Fink e perché parlare di BlackRock?
Quando si parla di finanza globale, i riflettori si accendono spesso su nomi come Warren Buffett o George Soros. Eppure, il vero architetto della gestione patrimoniale moderna è Larry Fink, fondatore e CEO di BlackRock, il più grande asset manager del mondo.
Oggi BlackRock controlla circa 12,5 trilioni di dollari di asset under management (AUM) (Reuters), una cifra che supera il PIL di intere aree economiche. Non solo: attraverso i suoi fondi, ETF e piattaforme tecnologiche come Aladdin, influenza governi, multinazionali e la vita quotidiana di milioni di risparmiatori.
Ma chi è davvero Larry Fink? E come è nata BlackRock?
Larry Fink: biografia e primi passi nella finanza
Larry Fink nasce nel 1952 a Los Angeles, in una famiglia lontana dai circuiti finanziari. Il padre aveva un piccolo negozio di scarpe, la madre insegnava inglese. La sua formazione parte dalla UCLA, dove ottiene una laurea in Scienze Politiche, seguita da un MBA in Finanza Immobiliare.
Con queste basi entra nella First Boston, una delle più importanti banche d’investimento dell’epoca. Qui Fink si distingue come pioniere dei mortgage-backed securities (MBS), strumenti obbligazionari che negli anni Ottanta rivoluzionano i mercati finanziari.
La carriera sembra promettente, ma un errore lo metterà a dura prova.
L’errore da 100 milioni che cambia tutto
Nel 1986 Larry Fink sbaglia una previsione sui tassi d’interesse. La conseguenza? Una perdita di 100 milioni di dollari per la First Boston. Un colpo devastante, che mette in discussione la sua reputazione.
Invece di arrendersi, Fink trasforma la sconfitta in lezione: serve un approccio diverso, basato sulla gestione rigorosa del rischio. Questo episodio diventa il seme che porterà alla nascita di BlackRock.
La fondazione di BlackRock e il ruolo di Aladdin
Nel 1988, insieme ad alcuni partner e con l’appoggio iniziale di Blackstone, Fink fonda BlackRock. L’obiettivo è chiaro: creare una società di gestione patrimoniale che combini performance e controllo del rischio.
Il cuore di questo approccio è Aladdin (Asset, Liability, Debt, and Derivative Investment Network): una piattaforma tecnologica avanzata che monitora portafogli, calcola scenari e misura esposizioni in tempo reale.
Oggi, Aladdin non serve solo BlackRock, ma anche governi, banche centrali e grandi istituzioni finanziarie.
Nel 1994 BlackRock diventa indipendente da Blackstone e inizia la sua scalata globale.
L’ascesa: da boutique a colosso globale
La crescita di BlackRock è stata alimentata da tre driver principali:
1. Reddito fisso e obbligazioni
Fin dall’inizio, BlackRock si è imposta come leader nel fixed income, sfruttando l’esperienza di Fink.
2. ETF e iShares
Con l’acquisizione di iShares da Barclays nel 2009, BlackRock conquista la leadership mondiale negli ETF, strumenti passivi che democratizzano l’accesso ai mercati finanziari.
3. Acquisizioni strategiche
Nel tempo, BlackRock integra realtà come Merrill Lynch Investment Management, Preqin e Global Infrastructure Partners, ampliando la sua presenza su scala globale.
Grazie a queste mosse, nel Q2 2025 BlackRock raggiunge il record di 12,53 trilioni di dollari di AUM (Reuters), diventando un attore centrale della finanza mondiale.
📌 Take Away – BlackRock in breve
- Fondazione: 1988, con Larry Fink e il supporto iniziale di Blackstone.
- Lezione originaria: l’errore da 100 milioni a First Boston ha plasmato l’ossessione per il rischio.
- Tecnologia chiave: Aladdin, la piattaforma usata da BlackRock e istituzioni globali.
- ETF e iShares: acquisizione decisiva nel 2009, oggi leader mondiale nel settore.
- AUM 2025: record di circa 12,5 trilioni di dollari gestiti.
- Influenza: azionista di riferimento in Big Tech, energia, industria e finanza.
- Soft power: le lettere di Larry Fink ai CEO orientano le strategie di migliaia di aziende.
- Critiche: rischio sistemico, concentrazione del potere, conflitti di interesse.
- Impatto quotidiano: fondi pensione ed ETF gestiti da BlackRock toccano milioni di risparmiatori.
Larry Fink e il potere delle lettere ai CEO
Un tratto distintivo di Larry Fink è la sua lettera annuale ai CEO delle principali multinazionali. In queste comunicazioni, Fink detta le priorità del capitalismo moderno: sostenibilità, transizione energetica, governance responsabile.
Le aziende, consapevoli del peso di BlackRock come azionista, spesso si adeguano. Questo ha trasformato Fink in un attore con influenza quasi istituzionale.
Le critiche: troppo potere in poche mani?
Il successo di BlackRock ha alimentato diverse critiche:
- Concentrazione del potere: BlackRock possiede quote in migliaia di società, influenzando settori strategici.
- ETF passivi: rendono gli investimenti più accessibili, ma concentrano il potere di voto in poche mani.
- Conflitti di interesse: la collaborazione con governi e banche centrali solleva interrogativi sulla trasparenza.
Larry Fink risponde che BlackRock investe per conto dei clienti e non agisce come “proprietario diretto”. Tuttavia, il dibattito resta acceso.
Conclusione: la lezione di Larry Fink
La parabola di Larry Fink è la storia di come un fallimento possa diventare la base di un impero. Da un errore da 100 milioni di dollari è nata BlackRock, oggi colosso da 12,5 trilioni di dollari.
La sua vicenda ci insegna due cose fondamentali:
- Il potere della resilienza: gli errori non definiscono la fine, ma possono essere la scintilla per una rivoluzione.
- La finanza moderna è tecnologia e dati: Aladdin, più che i titoli in sé, rappresenta il vero motore di BlackRock.
Oggi BlackRock non ha superato il PIL combinato di Stati Uniti e Cina (quasi 50 trilioni USD), ma resta una delle più grandi concentrazioni di capitale e potere finanziario della storia.
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