
Introduzione: la promessa (e l’illusione) della stabilità
Le criptovalute hanno portato con sé innovazione, entusiasmo e – inevitabilmente – volatilità. In questo scenario, le stablecoin si sono proposte come la soluzione perfetta: una valuta digitale in grado di unire i vantaggi della blockchain con la stabilità di un asset reale, come il dollaro o l’euro.
Ne abbiamo già parlato in dettaglio nell’articolo 👉 “Stablecoin in euro: tra innovazione digitale, banche e regolamentazione europea”, dove abbiamo analizzato le prospettive europee. Ma oggi ci concentreremo su un aspetto diverso e ancora più delicato: le stablecoin algoritmiche, cioè quelle prive di reali riserve a garanzia.
Come abbiamo già detto non tutte le stablecoin, nascono uguali. Alcune sono garantite da riserve tangibili – valute fiat, titoli di Stato, asset liquidi –, mentre altre si affidano a meccanismi algoritmici per mantenere l’ancoraggio. È proprio in questa seconda categoria che si annida il rischio più grande.
Il caso più noto? La crisi di TerraUSD (UST) e del token Luna nel 2022: un collasso che ha bruciato decine di miliardi di dollari in poche settimane e ha scosso l’intero ecosistema cripto. Un evento che, ancora oggi, rappresenta il miglior esempio di come l’innovazione senza solide basi possa trasformarsi in un rischio sistemico.
In questo articolo analizziamo:
- cosa sono le stablecoin e come funzionano,
- la differenza tra modelli collateralizzati e algoritmici,
- il caso Terra/Luna come “lezione da manuale”,
- le implicazioni per l’Europa e il ruolo della regolamentazione (MiCA, euro digitale)
Stablecoin: un ponte tra cripto e finanza tradizionale
Definizione di stablecoin
Le stablecoin sono cripto-attività progettate per ridurre la volatilità tipica delle criptovalute. Lo fanno ancorando il loro valore a:
- una valuta fiat (es. dollaro, euro),
- un paniere di valute o asset,
- oppure a meccanismi algoritmici che regolano domanda e offerta.
Il loro obiettivo è diventare un mezzo di pagamento affidabile, superando i limiti di Bitcoin ed Ethereum, che non riescono a svolgere in pieno le funzioni di unità di conto o riserva di valore a causa delle oscillazioni di prezzo.
Tipologie principali
- Stablecoin collateralizzate fiat
- Garanzie in dollari, euro o titoli di Stato.
- Esempi: Tether (USDT), USD Coin (USDC), Euro Coin (EUROC).
- Stabilità relativamente alta, ma dipendenza dalla trasparenza delle riserve.
- Stablecoin collateralizzate cripto
- Garanzie in altre criptovalute (es. ETH).
- Sistema di sovracollateralizzazione per assorbire la volatilità.
- Esempio: DAI di MakerDAO.
- Stablecoin algoritmiche
- Non hanno riserve reali.
- Usano algoritmi e token “gemelli” per regolare offerta e domanda.
- Obiettivo: mantenere l’ancoraggio senza asset sottostanti.
- Esempio emblematico: TerraUSD (UST).
Ed è proprio qui che iniziano i problemi.
Stablecoin algoritmiche: un equilibrio fragile
Il fascino delle stablecoin algoritmiche sta nella promessa di una stabilità decentralizzata, senza bisogno di riserve gestite da società terze.
Come funziona (in teoria):
- se il prezzo della stablecoin scende sotto 1 $, l’algoritmo riduce l’offerta (brucia token o incentiva gli swap),
- se sale sopra 1 $, aumenta l’offerta, ristabilendo l’equilibrio.
In pratica, però, questo meccanismo funziona solo se gli investitori hanno fiducia. Appena la fiducia viene meno, la spirale negativa può diventare inarrestabile.
Il caso Terra/Luna: quando la stabilità era solo un’illusione
Dalla promessa al successo
TerraUSD (UST) era una stablecoin algoritmica: prometteva di mantenere sempre il valore di 1 dollaro senza avere riserve in dollari reali. Il trucco? Un gioco di equilibri tra due monete:
- UST: la stablecoin “stabile”;
- LUNA: il token gemello che serviva ad assorbire gli squilibri.
L’idea era semplice (in teoria): se UST scendeva sotto 1$, il sistema bruciava UST e coniava LUNA per riportare il prezzo in equilibrio; se saliva sopra 1$, faceva il contrario. Un meccanismo elegante, che però funzionava solo finché gli investitori avevano fiducia.
Per attrarre capitali, Terra aveva anche un asso nella manica: il protocollo Anchor, una piattaforma che prometteva rendimenti fissi vicini al 20% annuo a chi depositava UST. Una percentuale altissima, che in pochi anni ha attirato miliardi di dollari. Nel 2021 UST era già diventata la quarta stablecoin al mondo per capitalizzazione.
La fragilità nascosta
Dietro al successo, però, c’erano tre punti deboli enormi:
- Domanda artificiale – Gran parte di chi comprava UST lo faceva solo per incassare il 20% su Anchor, non perché lo usasse come vero mezzo di pagamento.
- Mancanza di garanzie reali – A differenza di USDT o USDC, UST non aveva dollari o titoli di Stato a supporto. Tutto si reggeva su un algoritmo e sulla fiducia.
- Riserve “volatili” – La fondazione alle spalle di Terra aveva accumulato Bitcoin come “tesoretto” di emergenza, ma difendere UST significava venderli proprio nei momenti peggiori di mercato.
Era come costruire un grattacielo su fondamenta di sabbia: bello da vedere, ma pronto a crollare al primo terremoto.
La miccia che ha fatto esplodere tutto
Nel maggio 2022 è bastato un piccolo scossone per innescare il disastro. Una serie di grandi vendite di UST su piattaforme di liquidità ha fatto scendere il prezzo leggermente sotto 1$. Niente di grave, in teoria.
Ma da lì si è innescata una spirale negativa:
- Gli investitori, spaventati, hanno iniziato a ritirare i loro UST da Anchor e a venderli.
- L’algoritmo ha reagito creando enormi quantità di LUNA per assorbire l’offerta di UST.
- Più LUNA veniva emessa, più il suo valore crollava.
- Con il prezzo di LUNA a picco, anche il meccanismo di sostegno a UST non funzionava più.
In pochi giorni, l’intero castello si è sbriciolato: UST è precipitato fino a pochi centesimi di dollaro e LUNA ha perso praticamente tutto il suo valore.
I numeri del disastro
- Oltre 40 miliardi di dollari di valore polverizzati in meno di una settimana.
- Milioni di piccoli investitori rimasti senza risparmi.
- Fondi e piattaforme legate a Terra in ginocchio.
- Una perdita di fiducia che ha colpito tutto il settore delle criptovalute e soprattutto le stablecoin.
È stato il primo vero “momento Lehman Brothers” della finanza cripto: il collasso di un singolo progetto ha avuto conseguenze globali.
Lezioni dal caso Terra/Luna
L’esperimento di UST ha lasciato alcune lezioni molto chiare:
- Una stablecoin senza garanzie concrete è intrinsecamente fragile.
- Promettere rendimenti “troppo belli per essere veri” è un campanello d’allarme.
- In assenza di regole e trasparenza, la fiducia degli investitori può evaporare in un attimo.
Non a caso, dopo questa crisi, l’Europa ha accelerato con la regolamentazione MiCA e con il progetto di euro digitale, proprio per evitare che un “nuovo caso Terra/Luna” possa mettere a rischio non solo gli investitori, ma anche la stabilità finanziaria più ampia.
📦 Takeaway – Cosa ci insegna il caso Terra/Luna
🔑 In sintesi
- Le stablecoin sono nate per dare stabilità al mondo cripto, ma non tutte funzionano allo stesso modo.
- Le algoritmiche, come TerraUSD, non hanno riserve reali a supporto: si basano su giochi di fiducia e meccanismi automatici.
- Il collasso di Terra/Luna nel 2022 ha mostrato quanto velocemente la fiducia possa evaporare, trasformando una promessa di stabilità in un crollo da miliardi di dollari.
- Questo evento ha avuto effetti a catena su investitori, fondi e piattaforme, rivelando un vero rischio sistemico.
- L’Europa, con il regolamento MiCA e il progetto di euro digitale, sta cercando di evitare che simili scenari possano ripetersi in futuro.
- La lezione per tutti noi è semplice: diffidare di rendimenti troppo facili e guardare sempre alla trasparenza delle garanzie dietro ogni progetto.
Lezioni per l’Europa: tra MiCA ed euro digitale
L’Unione Europea ha preso molto sul serio la lezione di Terra/Luna.
Regolamentazione MiCA
Il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), approvato nel 2023, introduce norme specifiche per le stablecoin, in particolare per quelle cosiddette asset-referenced tokens.
- Obbligo di riserve solide e trasparenti.
- Vigilanza delle autorità europee.
- Limiti operativi per ridurre rischi di destabilizzazione.
Le stablecoin algoritmiche, prive di garanzie concrete, difficilmente potranno sopravvivere sotto il nuovo regime normativo europeo.
L’alternativa dell’euro digitale
Parallelamente, la BCE sta portando avanti il progetto di euro digitale: una valuta elettronica pubblica, garantita dalla banca centrale, che offrirebbe stabilità, fiducia e sicurezza – senza i rischi tipici delle stablecoin private.
Obiettivo: fornire un mezzo di pagamento moderno e sicuro, che non lasci l’Europa dipendente da operatori esteri o vulnerabile a shock sistemici.📦 Box “Approfondisci”
📌 Approfondisci il tema
Vuoi capire meglio cos’è l’euro digitale, come funzionerà e in cosa si differenzia dalle criptovalute private?
👉 Leggi anche: “Criptovalute, Token ed Euro Digitale: cosa sono, come funzionano e differenze principali”
Stablecoin oggi: rischi e opportunità
Nonostante i crolli, le stablecoin continuano a crescere: rappresentano ormai uno degli strumenti più usati nel trading di criptovalute e nei pagamenti digitali.
- Opportunità: efficienza nei pagamenti internazionali, inclusione finanziaria, innovazione.
- Rischi: mancanza di trasparenza, esposizione a corse ai riscatti, attacchi hacker, dipendenza da soggetti privati non regolamentati.
Il caso Terra/Luna rimane il monito più forte: senza regole chiare, ogni innovazione può trasformarsi in una bomba a orologeria.
➡️Conclusione
La storia delle stablecoin algoritmiche, e in particolare il collasso di Terra/Luna, ci insegna che la stabilità non può essere lasciata soltanto agli algoritmi o alla fiducia del mercato.
In un mondo dove la finanza digitale si intreccia sempre più con quella tradizionale, servono basi solide: trasparenza, riserve reali e regole chiare. È proprio questa la direzione intrapresa dall’Europa con il regolamento MiCA e con il progetto di euro digitale, che mirano a garantire innovazione senza sacrificare la fiducia e la sicurezza dei risparmiatori.
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