
Takeaway
I mercati finanziari, da soli, non sono in grado di garantire un’allocazione efficiente del capitale, proprio perché, vi è la presenza di costi di transazione e informazione imperfetta. In tal senso gli intermediari finanziari esistono poiché svolgono funzioni specifiche, ovvero, riducono i costi di transazione, mitigano adverse selection e moral hazard attraverso screening e monitoraggio, trasformano scadenze, rischio e liquidità.
Inoltre, essi beneficiano di economie di scopo, utilizzando le stesse informazioni per offrire più servizi finanziari. In buona sostanza, intermediari e mercati non sono sostituti, ma componenti complementari del sistema finanziario.
Dai mercati agli intermediari: un passaggio necessario
Nel precedente articolo ( che potete trovare qui: https://mfeniellofmj.com/2025/12/20/importanza-dei-mercati-finanziari-per-leconomia-moderna/) abbiamo analizzato la struttura dei mercati finanziari, distinguendo tra mercati monetari e mercati dei capitali, mercati primari e mercati secondari.
Tuttavia, come sottolinea Mishkin in The Economics of Money, Banking and Financial Markets , nella pratica gran parte del finanziamento dell’economia reale non avviene direttamente sui mercati, ma attraverso intermediari finanziari.
Questo articolo prosegue quel ragionamento e tenta di spiegare, attraverso risposte a semplici domande, perché gli intermediari esistono, quali funzioni svolgono e perché rappresentano un elemento strutturale, e non accessorio , del sistema finanziario moderno.
Che cos’è un intermediario finanziario ?
Un intermediario finanziario è un’istituzione che si colloca tra risparmiatori e prenditori di fondi, raccogliendo risorse emettendo passività proprie e impiegandole in attività finanziarie diverse.
Ora a differenza della finanza diretta, in cui risparmiatori e debitori si incontrano sui mercati, l’intermediazione finanziaria comporta una trasformazione:
- delle scadenze,
- del rischio,
- della liquidità.
Questa trasformazione è il vero valore aggiunto degli intermediari.
Entrando più nel dettaglio, gli intermediari finanziari non esistono semplicemente perché “si collocano tra” risparmiatori e prenditori di fondi, ma perché svolgono funzioni economiche specifiche che i mercati finanziari, da soli, non riescono a svolgere in modo efficiente.
Cioè?
La finanza diretta, basata sui mercati finanziari, presuppone che risparmiatori e investitori finali siano in grado di valutare correttamente rischio, durata e liquidità degli strumenti finanziari. Tuttavia nella realtà, queste condizioni raramente sono soddisfatte. È proprio in risposta a questi limiti che emergono gli intermediari finanziari.
Riprendendo quanto detto poco fa, uno dei principali problemi dei mercati finanziari riguarda il disallineamento temporale tra chi offre risparmio e chi richiede finanziamenti. I risparmiatori tendono a preferire strumenti a breve termine e facilmente liquidabili, mentre imprese e Stati necessitano di risorse a medio-lungo termine per finanziare investimenti produttivi.
In tal senso gli intermediari finanziari risolvono questo problema attraverso la trasformazione delle scadenze, ossia, raccolgono fondi a breve termine e li impiegano in attività a lunga scadenza. In questo modo rendono compatibili preferenze temporali diverse, consentendo il finanziamento dell’economia reale.
Ora è facile comprendere che questo tipo di funzione porta con se un fattore di fragilità intrinseca, dato che espone gli intermediari al c.d. rischio di liquidità, ed è per questo che le banche più di altri soggetti sono sottoposte a regolamentazione e vigilanza.
Un secondo ruolo fondamentale degli intermediari è la trasformazione del rischio.
Infatti, uno dei problemi principali dei mercati finanziari è che il singolo risparmiatore, investendo direttamente, è esposto al rischio specifico del debitore. Se presta denaro a una singola impresa o acquista un singolo titolo, il suo rendimento dipende fortemente dall’andamento di quel soggetto. Valutare correttamente questo rischio richiede informazioni e competenze che molti risparmiatori non possiedono.
Gli intermediari finanziari riducono questo problema attraverso la diversificazione. Raccolgono fondi da molti risparmiatori e li distribuiscono su un ampio numero di prestiti o titoli. In questo modo, le eventuali perdite legate al fallimento di un singolo debitore incidono solo in misura limitata sul portafoglio complessivo.
Dal punto di vista del risparmiatore, ciò significa detenere una passività dell’intermediario — come un deposito o una quota — che risulta meno rischiosa rispetto all’investimento diretto in una singola attività finanziaria. Il rischio non viene eliminato, ma redistribuito e attenuato grazie alla dimensione e alla struttura dell’intermediario.
È questo meccanismo che, nell’impostazione di Mishkin, spiega perché gli intermediari riescono a offrire strumenti percepiti come relativamente sicuri pur investendo in attività intrinsecamente rischiose.
Terzo fattore da tenere in considerazione è la trasformazione della liquidità. In The Economics of Money, Banking and Financial Markets, Frederic Mishkin spiega che una delle funzioni fondamentali degli intermediari finanziari è la fornitura di servizi di liquidità (liquidity services).
I risparmiatori attribuiscono un valore elevato alla possibilità di convertire rapidamente le proprie attività finanziarie in mezzi di pagamento. Tuttavia, molti investimenti produttivi , come i prestiti alle imprese o i finanziamenti a lungo termine, sono per loro natura illiquidi. Se i risparmiatori dovessero finanziare direttamente tali investimenti attraverso i mercati, sarebbero costretti a rinunciare alla liquidità per periodi prolungati.
Gli intermediari finanziari risolvono questo problema emettendo passività altamente liquide, come i depositi, e detenendo attività meno liquide, come prestiti o titoli a lunga scadenza. In questo modo forniscono liquidità ai risparmiatori pur finanziando investimenti che non lo sono.
Certamente, questa funzione, è possibile perché l’intermediario opera su larga scala, infatti, non tutti i depositanti richiedono il rimborso dei fondi nello stesso momento. La gestione aggregata dei flussi di entrata e uscita consente quindi all’intermediario di soddisfare le normali esigenze di liquidità senza dover liquidare le attività sottostanti.
Un altro elemento da sottolineare, infine, è il ruolo delle economie di scopo. Infatti, gli intermediari nello svolgimento delle loro attività, raccolgono informazioni sui clienti, che possono utilizzare per offrire una pluralità di servizi finanziari, riducendo così il costo informativo medio. Ciò spiega perché gli intermediari tendono a fornire più servizi contemporaneamente, consolidando la loro posizione nel sistema finanziario.
Quali sono le tipologie di intermediari finanziari?
Dopo aver chiarito perché gli intermediari finanziari esistono e quali funzioni svolgono, possiamo passare a una classificazione degli intermediari basata sulla funzione economica svolta all’interno del sistema finanziario.
In questo senso è possibile distinguere tre tipologie di intermediari finanziari:
- Le depository institutions comprendono banche commerciali, savings institutions e credit unions. La loro caratteristica distintiva è la capacità di accettare depositi dal pubblico e di utilizzarli per concedere prestiti.
- Le contractual savings institutions includono compagnie di assicurazione e fondi pensione.
- Gli investment intermediaries, come i fondi comuni di investimento e i money market mutual funds, hedge funds, investment banks.

Depository institutions:
Le commercial banks rappresentano la forma più importante e diffusa di depository institution. Esse raccolgono depositi a vista e a termine da famiglie e imprese e utilizzano tali fondi per concedere prestiti a imprese, famiglie e governi. Possono utilizzare tali fondi pure per comprare titoli governativi e obbligazioni municipali.
Le savings and loan associations (S&L) e le mutual savings banks nascono storicamente con l’obiettivo di occuparsi di mutui legati all’edilizia residenziale.
Le credit unions sono cooperative, che forniscono servizi di deposito e credito (concedono principalmente prestiti al consumo).
Contractual savings institutions:
Le contractual savings institutions sono intermediari finanziari che raccolgono fondi attraverso contratti di lungo periodo.
In questa categoria principalmente troviamo:
- le compagnie di assicurazione
- i fondi pensione
La caratteristica distintiva di queste istituzioni è che i flussi di pagamento verso i sottoscrittori sono determinati contrattualmente e risultano prevedibili nel tempo. Proprio per questo motivo, le contractual savings institutions non sono soggette a richieste improvvise di rimborso come le depository institutions.
Investment intermediaries:
Gli investment intermediaries rappresentano una terza categoria di intermediari finanziari, e include mutual funds ( fondi comuni di investimento), hedge funds, investment banks e i money market mutual funds (noti in Italia come fondi monetari).
Entrando nello specifico, i Fondi comuni di investimento, consentono ai risparmiatori di detenere portafogli diversificati di titoli finanziari, riducendo i costi informativi e il rischio specifico rispetto all’investimento diretto.
I Money market mutual funds (fondi monetari), investono in strumenti del mercato monetario a breve termine e offrono un elevato grado di liquidità, pur non essendo depositi bancari né strumenti di pagamento. Per ciò che concerne gli Hedge funds, essi, operano con maggiore flessibilità rispetto ai fondi comuni tradizionali, utilizzando strategie più complesse e assumendo livelli di rischio più elevati.
Infine, abbiamo, le Investment banks, che svolgono attività di intermediazione nei mercati dei capitali, come underwriting, consulenza finanziaria e trading di titoli. In sostanza fanno consulenza a grosse aziende su quali tipologie di strumenti finanziari emettere, per poi aiutarle a vendere questi ultimi, acquistandoli (underwrite) dalle stesse aziende ad un determinato prezzo, e poi rivedendo tali titoli sul mercato.
Conclusione
L’analisi degli intermediari finanziari mostra che il funzionamento del sistema finanziario non può essere compreso limitandosi al solo studio dei mercati. Come emerge chiaramente dalla disamina di cui sopra, l’intermediazione finanziaria è una risposta cruciale ai problemi strutturali della finanza diretta, in particolare ai costi di transazione e ai problemi di informazione imperfetta.
Gli intermediari finanziari svolgono quindi un ruolo cruciale all’interno del sistema finanziario ed economico, motivo per cui la loro salute è fondamentale per la stabilità del sistema dello stesso.
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