
Takeaway
Per gli economisti, la moneta non è ciò che “assomiglia” al denaro, ma ciò che svolge specifiche funzioni economiche. È questa definizione funzionale — e non la forma della moneta — a guidare l’analisi monetaria, la politica delle banche centrali e il dibattito su strumenti come Bitcoin.
In sostanza definire moneta semplicemente come valuta risulta troppo riduttivo, infatti gli economisti considerano moneta tutto ciò che generalmente è accettato per pagare beni servizi o ripagare debiti.
Che cos’è la moneta ?
Nel linguaggio quotidiano, la moneta viene spesso identificata con le banconote e le monete metalliche. Nell’analisi economica, però, questa visione è troppo limitata. La moneta non è definita dalla sua forma fisica, ma dal ruolo che svolge all’interno del sistema economico.
Nel corso della storia, strumenti molto diversi hanno assolto la funzione di moneta, ad esempio le conchiglie, i metalli preziosi, la carta moneta, i depositi bancari e, oggi, gli strumenti elettronici. Ciò che li accomuna non è la materialità, ma il fatto di essere accettati come strumento di regolamento degli scambi.
Come ci suggerisce Mishkin, nel suo manuale, The Economics of Money, Banking and Financial Markets questo punto è cruciale: prima di misurare la moneta, bisogna capire cosa stiamo effettivamente misurando.
Essenzialmente nell’analisi economica, la definizione di moneta come banconote e monete metalliche è del tutto inadeguata. Infatti, se così fosse, strumenti come i depositi bancari — che rappresentano la quota predominante della moneta nelle economie moderne — resterebbero inspiegabili.
Per questo motivo, gli economisti adottano una definizione funzionale, ovvero:
la moneta è qualsiasi strumento che viene comunemente accettato come mezzo di pagamento per beni e servizi e per l’estinzione dei debiti.
Questa impostazione ha due implicazioni fondamentali.
Primo, la moneta è un’istituzione economica, non un oggetto fisico. Secondo, ciò che conta non è la tecnologia utilizzata, ma il grado di accettazione e il ruolo sistemico dello strumento.
È proprio questa definizione che consente agli economisti di analizzare con lo stesso schema concettuale fenomeni molto diversi: dal contante ai depositi bancari, fino alle più recenti innovazioni nei sistemi di pagamento.
In pratica, per spiegare cos’è la moneta, cercheremo di rispondere a tre domande fondamentali che riguardano le funzioni che essa svolge.
Quali sono le tre funzioni fondamentali della moneta?
La moneta viene definita operativamente in base a tre funzioni essenziali. È il rispetto di queste funzioni che consente di distinguere la moneta da altri asset finanziari.
1)La moneta come mezzo di scambio
La funzione primaria della moneta è quella di mezzo di scambio. In un’economia basata sul baratto, ogni transazione richiede una doppia coincidenza dei bisogni, rendendo gli scambi estremamente inefficienti.
La moneta elimina questo problema, riducendo drasticamente i costi di transazione. Grazie alla sua accettazione generalizzata, consente di separare l’atto della vendita da quello dell’acquisto, rendendo possibile la specializzazione produttiva e la crescita economica.
In questa prospettiva, la moneta è prima di tutto una convenzione sociale: funziona perché tutti accettano che funzioni.
2)La moneta come unità di conto
La seconda funzione è quella di unità di conto. Prezzi, salari, contratti, bilanci e debiti vengono espressi in termini monetari.
Questa funzione permette il calcolo economico, la comparazione dei valori e la pianificazione nel tempo. Senza un’unità di conto comune, non sarebbe possibile valutare costi, profitti o rendimenti.
Gli economisti sottolineano implicitamente un punto chiave: ciò che non è unità di conto difficilmente può essere considerato moneta in senso pieno, anche se talvolta viene utilizzato come mezzo di pagamento.
3)La moneta come riserva di valore
La terza funzione è quella di riserva di valore. La moneta consente di trasferire potere d’acquisto dal presente al futuro.
Come riserva di valore, la moneta consente di trasferire potere d’acquisto nel tempo. Tuttavia, Mishkin sottolinea che la moneta non è l’unico strumento che svolge questa funzione, né necessariamente il più efficiente.
Altri asset finanziari e reali possono conservare valore nel tempo, ma risultano meno liquidi. La moneta, al contrario, è l’asset più liquido dell’economia, caratteristica che la rende particolarmente adatta alle transazioni ma meno interessante come strumento di accumulazione della ricchezza.
Proprio per questo motivo famiglie e imprese distribuiscono la loro ricchezza tra attività diverse, bilanciando liquidità, rendimento e rischio.
Quindi ricapitolando, la moneta è l’asset più liquido dell’economia, poiché può essere utilizzata immediatamente come mezzo di pagamento senza costi di conversione.
Altri asset finanziari e reali possono svolgere la funzione di riserva di valore, tuttavia risultano meno liquidi. Proprio per questo motivo, gli individui sono disposti a detenere moneta anche se essa offre un rendimento nullo o molto basso, distribuendo il resto della loro ricchezza in attività meno liquide ma potenzialmente più redditizie.
BOX RIASSUNTIVO
1. Mezzo di scambio
La moneta è ciò che viene generalmente accettato per acquistare beni e servizi o per estinguere debiti.
- Elimina la necessità del baratto
- Riduce drasticamente i costi di transazione
- Rende possibile un’economia complessa e specializzata
È la funzione più immediata e visibile della moneta.
2. Unità di conto
La moneta è l’unità con cui misuriamo e confrontiamo i valori economici.
- Prezzi, salari e contratti sono espressi in termini monetari
- Consente il calcolo economico
- Permette la pianificazione e la comparazione dei valori
Senza unità di conto, non esiste un vero sistema dei prezzi.
3. Riserva di valore
La moneta consente di trasferire potere d’acquisto nel tempo.
- Non è l’unico asset che svolge questa funzione
- È la riserva di valore più liquida
- Offre in genere un rendimento nullo o molto basso
Proprio per la sua elevata liquidità, la moneta viene detenuta anche senza rendimento.
L’evoluzione dei sistemi di pagamento
Le funzioni della moneta restano sostanzialmente invariate nel tempo. Ciò che cambia è il modo in cui queste funzioni vengono svolte.

In The Economics of Money, Banking and Financial Markets, Mishkin analizza l’evoluzione dei sistemi di pagamento partendo dall’uso della moneta nelle transazioni economiche. Storicamente, i pagamenti venivano effettuati prevalentemente tramite contante. Con lo sviluppo del sistema bancario, tuttavia, sono emersi strumenti che consentono di effettuare pagamenti senza l’impiego diretto di moneta fisica.
In pratica, accanto al contante, si siano diffusi strumenti che consentono di effettuare pagamenti senza il trasferimento diretto di banconote e monete. In particolare, assegni e carte di debito permettono di effettuare transazioni facendo riferimento a fondi detenuti presso il sistema bancario, riducendo la necessità di utilizzare moneta fisica per i pagamenti quotidiani.
Un passaggio centrale dell’analisi riguarda l’introduzione e la diffusione dei pagamenti elettronici. I progressi tecnologici hanno reso possibile detenere e trasferire moneta in forma elettronica, ampliando le modalità attraverso cui la moneta può essere utilizzata nell’economia moderna. In questo contesto, le carte di debito e altri strumenti elettronici rappresentano un’evoluzione naturale del sistema dei pagamenti, coerente con la funzione della moneta come mezzo di scambio.
E importante sottolineare che l’evoluzione dei sistemi di pagamento non implica un cambiamento nelle funzioni fondamentali della moneta, ma riguarda il modo in cui tali funzioni vengono esercitate. La moneta continua a svolgere il ruolo di mezzo di scambio, unità di conto e riserva di valore, anche quando è detenuta o trasferita attraverso strumenti elettronici anziché in forma fisica.
Ora comprendere l’evoluzione dei sistemi di pagamento è essenziale per capire che cosa sia la moneta nelle economie moderne. Con la diffusione dei pagamenti elettronici, una parte crescente delle transazioni avviene senza l’uso del contante, ma questo non altera la natura economica della moneta, bensì ne amplia le forme operative all’interno del sistema economico.
MFJ INSIGHT BOX – Bitcoin ed electronic money: un inquadramento analitico
Il Bitcoin può essere interpretato come una forma di moneta detenuta e trasferita
elettronicamente, rientrando, da un punto di vista puramente descrittivo, nell’area concettuale dell’electronic money, o meglio considerata come e-cash.
Applicando rigorosamente la definizione funzionale di moneta proposta da Mishkin, emerge tuttavia
che il riconoscimento di Bitcoin come moneta in senso pieno dipende dalla sua capacità di svolgere
stabilmente le tre funzioni fondamentali della moneta: mezzo di scambio, unità di conto e riserva di
valore. In particolare, le cryptovalute, di cui il BTC è quella che ha avuto maggiore successo, funzionano bene come mezzo di scambio ma hanno grossi problemi se pensiamo alla funzione di riserva di valore, proprio in virtù delle fortissime oscillazioni a cui sono soggette. Infatti la volatilità del bitcoin nel periodo compreso tra il 2011 e il 2017, è stata oltre sette volte quella dell’oro e oltre 8 volte quella di indici di mercato come l S&P500. Sostanzialmente l’estrema volatilità delle criptovalute le rende troppo rischiose e non capaci di assolvere alla funzione di riserva di valore.
Nel quadro analitico di Mishkin, Bitcoin può quindi essere considerato un esempio di strumento
monetario elettronico che presenta caratteristiche compatibili con alcune funzioni della moneta,
ma che non soddisfa pienamente tutte le condizioni richieste per essere classificato come moneta
pienamente sviluppata all’interno di un sistema monetario istituzionale.
Gli aggregati monetari e la misurazione della moneta
A questo punto, possiamo affrontare il problema della misurazione della moneta. Poiché la moneta assume forme diverse e presenta gradi differenti di liquidità, non esiste una singola definizione operativa che possa catturarne pienamente la quantità presente nell’economia. Per questo motivo, gli economisti utilizzano aggregati monetari, che includono insiemi via via più ampi di attività monetarie.
Gli aggregati più utilizzati sono:
- M1, che rappresenta la misura più ristretta di moneta, includendo gli strumenti con il più elevato grado di liquidità, cioè quelli che possono essere utilizzati direttamente per effettuare pagamenti. In particolare, M1 comprende il contante in circolazione e i depositi a vista detenuti presso il sistema bancario, che possono essere immediatamente utilizzati per le transazioni.
- M2, un aggregato più ampio che include M1 e altre attività meno liquide, ma comunque facilmente convertibili in mezzi di pagamento. In M2 rientrano, ad esempio, depositi di risparmio e altre forme di attività finanziarie che non sono utilizzate direttamente come mezzo di scambio, ma che possono essere trasformate in moneta con costi e tempi relativamente contenuti.
Bisogna sottolineare che non esiste una misura “perfetta” della moneta e che la relazione tra aggregati monetari e variabili macroeconomiche può cambiare nel tempo. Per questo motivo, la misurazione della moneta richiede attenzione e cautela nell’interpretazione dei dati.
Conclusione
Definendo la moneta attraverso le sue funzioni, diventa possibile analizzarne le forme diverse all’interno di un quadro teorico coerente.
L’evoluzione dei sistemi di pagamento, inclusa la diffusione dei pagamenti elettronici, non altera la natura economica della moneta, ma ne amplia le modalità di utilizzo. Comprendere questa distinzione è essenziale per interpretare correttamente i fenomeni monetari e le innovazioni tecnologiche come anche il mondo delle electronic money a cui spesso ci si riferisce con e-cash e delle cryptocurrency che ne fanno parte.
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