La Fed diventa Dovish

La Fed, ieri ha deciso di mantenere i tassi invariati nella forchetta 5,25% 5,50%, tuttavia nel suo discorso Powell ha mostrato un atteggiamento decisamente più dovish (colomba, ossia accomodante, morbido). I membri del board si sono spinti a prevedere 3 tagli mentre nel precedente meeting si parlava di due.

Sostanzialmente la Federal Reserve prevede un taglio di 75 punti base nel 2024 rispetto all’attuale 5,25% 5,50%, mentre nella riunione di settembre si parlava di 50 bp (punti base).

Questo almeno è quanto emerge dal grafico “dot plot” (figura in alto), che registra ogni tre mesi le previsioni dei membri della Fed. Per ciò che concerne il 2025, il taglio previsto è di 100 bp e per il 2026 di 75 bp.

Quest’ultima riunione della Fed è stata effettivamente molto più accomodante, ma quali sono i motivi?

Essenzialmente Powell giustifica questo atteggiamento più dovish, e che apre la strada a un numero maggiore di tagli dei tassi per il 2024, perché l’inflazione è diminuita sensibilmente e inoltre la crescita sta divenendo via via più moderata. Inoltre nel medio termine le aspettative di inflazione rimangono salde e ciò è un fattore che consente di essere più ottimisti, nel senso di un processo di disinflazione innescato che continuerà.

Infatti se si osservano le aspettative di inflazione nei successivi 12 mesi da parte dei consumatori statunitensi, è possibile affermare che sono diminuite in questo ultimo mese.

Cosa accade alla crescita economica?

Per quanto riguarda la crescita economica, è chiaro che la Fed ormai stia scommettendo su una soft landing (atterraggio morbido), e nello specifico il tasso di disoccupazione sembra non debba superare il 4,1%, evidentemente un tasso da piena occupazione.

L’economia a stelle e strisce in pratica si mostra molto resiliente, anche di fronte a questo ciclo di politica monetaria restrittiva, e infatti a conferma di ciò le stime sul PIL (prodotto interno lordo) vedono per il 2024 un valore, di poco, inferiore se comparato con in livello di lungo periodo.

Cosa è accaduto sul mercato azionario?

Il mercato azionario statunitense, ieri, ha registrato praticamente la quinta seduta consecutiva in guadagno, proprio dopo il meeting della Fed e nello specifico lo S&P 500, il Dow Jones Industrial Average e il NASDAQ sono salito di un 1.4%.

Tutti i settori dello S&P hanno chiuso la seduta in territorio positivo, spinti ovviamente dai mercati più sensibili ai tassi di interesse come le utilities (ossia tutte le imprese che si dedicano all’erogazione e la gestione dei servizi ai cittadini, come la distribuzione e la vendita di energia elettrica e gas) e il real estate. Buona seduta anche per i giganti tecnologici e per i produttori di chip, come Intel e Broadcome, che rispettivamente hanno guadagnato l’1.2% e l’1.6%, mentre Netflix è salito di un bel 3.7%.

Per quanto riguarda il mercato finanziario europeo, la chiusura di ieri (mercoledì 13/12/2023) è stata praticamente piatta, a testimonianza dell’attesa per il meeting della Fed. Inoltre dobbiamo ricordare che oggi ci sarà il meeting della banca centrale europea, per la decisione sui tassi.

Pochi minuti fa si è avuta la riunione della BOE (Bank of England) che ha deciso di mantenere i tassi invariati al 5,25%, decisione che è stata presa con la maggioranza dei 6 membri a 3. Una decisione che sembra effettivamente rispettare le aspettative degli analisti.

Andando a leggere le proiezioni del Monetary Policy Report (ossia il documento redatto ad opera della Boe che stabilisce le previsioni del board sulle prospettive economiche) il direttorio della banca centrale inglese avevano previsto che i tassi sarebbero comunque rimasti invariati fino al terzo trimestre del 2024 per iniziare a scendere gradualmente al 4,25% entro la fine del 2026.

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